Il nostro organismo ospita miliardi di microbi. Alcuni possono essere dannosi e causare patologie, ma molti altri vivono con noi senza dare alcun fastidio, costituendo il microbiota umano. Il rapporto che questi microorganismi instaurano con il nostro corpo è più importante di ciò che si pensa. Scopriamo insieme perché.
Di cosa siamo fatti?
Se ci venisse chiesto di rispondere alla domanda “di cosa siamo fatti?“, la risposta non sarebbe poi così univoca. I più romantici probabilmente direbbero “polvere di stelle”, i più pragmatici invece opterebbero per “atomi”, ma sicuramente la maggior parte di noi risponderebbe “siamo fatti di cellule”.
In misure diverse, tutte le risposte sono corrette; ma se parliamo di cellule, dobbiamo essere più precisi e fare una dovuta distinzione.
Innanzitutto abbiamo le cellule che derivano da un antenato comune, lo zigote, e condividono tutte lo stesso DNA; sono le cellule che formano i nostri tessuti, i nostri organi e i nostri apparati, generando un organismo pluricellulare: il nostro corpo. Ci sono poi però altre cellule che non derivano dalle nostre, ma che una volta entrate in contatto con i nostri organi si stabilizzano al loro interno, colonizzandoli; sono dei batteri, ovvero organismi unicellulari che e provengono dall’esterno: essi costituiscono il microbiota umano.
Commensalismo e mutualismo
Quando è stata scoperta l’esistenza del microbiota umano intestinale (il primo ad essere stato scoperto e quindi quello sul quale abbiamo più informazioni) si pensava che si trattasse di un rapporto di commensalismo.
Il commensalismo è un’interazione fra esseri viventi in cui uno dei due trae vantaggio dall’altro, senza che l’altro ne risenta negativamente. In particolare, i microorganismi che colonizzano il nostro corpo ricevono nutrimento e protezione dall’organismo ospite.
Più di recente però, si è capito che anche il nostro organismo riceve una serie di vantaggi dalla presenza del microbiota, per questo si è cominciato a parlare di mutualismo: entrambi gli esseri viventi traggono vantaggio dalla rispettiva presenza dell’altro.
Protezione dai patogeni
Non tutti i microorganismi sono buoni come quelli che fanno parte del microbiota. Alcuni possono anche essere letali. Tuttavia, per svolgere la loro azione dannosa, questi microorganismi devono riuscire a colonizzare gli stessi distretti corporei già occupati dai nostri microbi, competendo con loro per ottenere il nutrimento.
Non è per niente facile, dal momento che i nostri microorganismi giocano in casa e si sono già adattati alle condizioni interne del nostro corpo; i patogeni quindi avranno difficoltà nell’adattamento iniziale e verranno spiazzati.
Sviluppo del sistema immunitario e malattie intestinali
Tantissimi studi sui modelli murini hanno evidenziato come l’assenza del microbiota intestinale vada ad inficiare lo sviluppo delle principali componenti del sistema immunitario.
Nell’intestino sono presenti delle cellule e delle strutture immunitarie particolari, che nel topo privo di microbiota non si sviluppano adeguatamente. I microorganismi infatti promuovono la formazione di questi elementi, che sono importanti per evitare risposte indesiderate nei confronti del cibo.
Quali sono le conseguenze di ciò? Che si genereranno risposte allergiche o risposte infiammatorie croniche tipiche di patologie come la celiachia.
Sono al momento in corso numerose ricerche par valutare la relazione tra un’eventuale alterazione del microbiota e malattie del genere. Tali alterazioni spesso possono essere causate da una scorretta alimentazione.
Un importante alleato
L’idea che in ogni momento della nostra vita dei piccoli esserini vivano e si riproducano al nostro interno non è sicuramente delle più confortevoli. Tuttavia, come abbiamo visto, il loro ruolo è fondamentale: senza loro, non saremmo qui.
Il microbiota intestinale è sicuramente quello più caratterizzato, ma di recente sono stati intrapresi tanti studi anche sul microbiota di altri distretti corporei, meno conosciuti: polmonare, urogenitale, oculare, cutaneo e molti altri.
Con le nuove scoperte che verranno fuori da questi studi, potremo in futuro imparare molte cose sull’interazione che questi microorganismi hanno nei nostri confronti, e capire come ci aiutano a contrastare malattie nelle quali sono coinvolti.
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