La forza che opponendosi ci fa muovere
Immaginiamo un mondo in cui, per quanto ci si sforzi, sia impossibile fare un passo in avanti, o in cui un’automobile in movimento possa fermarsi solo urtando un muro. Un mondo dove non si possano afferrare gli oggetti perché ci scivolerebbero dalle mani come una saponetta bagnata. Cosa permette che tutto ciò non accada nel mondo reale? La risposta a questa domanda è la forza attrito, nota anche solo come attrito. L’attrito tra le mani e una tazza è ciò che le impedisce di scivolare e cadere al suolo, le automobili possono fermarsi e rallentare grazie all’attrito tra i freni e le ruote ed è l’attrito tra la suola delle scarpe e il terreno che ci permette di camminare.
Cos’è l’attrito?
L’attrito è una forza che si instaura quando due corpi sono a contatto. Noi lo percepiamo come la fatica che compiamo spostando un oggetto, quando nuotiamo o mentre pedaliamo con una bicicletta. Dunque è un fenomeno macroscopico che porta vantaggi o svantaggi a seconda del contesto in cui ci troviamo. La forza d’attrito è sempre presente tra due oggetti a contatto, se sono fermi potremo parlare di attrito statico, mentre se si considerano due corpi in moto relativo parleremo di attrito dinamico.
Esistono diverse tipologie di attrito e sono classificate in base ai fenomeni fisici che si vanno a prendere in considerazione:
- attrito radente: generato dallo strisciamento tra le superfici
- attrito volvente: generato dal rotolamento di un corpo su una superficie
- attrito viscoso: generato dal movimento in un fluido (liquido o gassoso)
L’origine fisica dell’attrito si trova nelle forze di adesione tra materiali in interazione, coppie di materiali diverse generano forze d’attrito più o meno forti. L’interazione tra le diverse superfici è peculiare della coppia e rappresentata da un diverso coefficiente e seconda del tipo di materiale di cui sono costituite, il coefficiente tra la gomma di una ruota e l’asfalto sarà diverso da quello tra la lama di un pattino e il ghiaccio. Più il coefficiente sarà alto e più forte sarà l’attrito tra le superfici.
L’attrito è fisicamente descritto come un vettore, cioè è caratterizzato da un modulo, una direzione e un verso. Il modulo è l’intensità della forza e varia principalmente in base alle tipologie di superfici a contatto o dalla viscosità del fluido in cui è immerso il corpo. La direzione è sempre quella del movimento, mentre il verso è opposto ad esso.
1 Commento
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Giovanni Pieri
sarebbe opportuno far notare che l’attrito ha un aspetto che si può definire misterioso.
Infatti si manifesta solo nei sistemi macroscopici, su scala atomica è assente. Infatti le molecole di un fluido isotermo sono in moto incessante e non c’è forza che le fermi.
Strano no?
Ma c’è una spiegazione semplice: l’attrito macroscopico è trasformazione dell’energia macroscopica in energia delle molecole che lo compongono. Ma se consideriamo la cosa a livello molecolare tale trasformazione ha il solo risultato di trasferire energia da una molecola ad un’altra e in totale la loro energia non viene perduta.
In altre parole tutte le forme di energia possono essere dissipate in calore ma il calore non può essere a sua volta trasformato in nient’altro che se stesso.