Ambiente indoor
Siamo tutti protagonisti di una realtà che sembra più simile ad un film. Una pellicola, che andrebbe senz’altro catalogata nella sezione drammi. Ecco dunque che siamo costretti ad abituarci a nuove situazioni di cui la nostra abitazione è la principale scenografia. E se solitamente passiamo l’80% del nostro tempo a casa, adesso la nostra ora d’aria è ulteriormente ridotta. Questo ci porta a fare due considerazioni.
La prima è, come titola un articolo di vice Italia, che romanticizzare la quarantena è un privilegio di classe. Perché non è la stessa cosa #stareincasa in ville di lusso con giardini enormi o in appartamenti minuscoli di case popolari.
Inquinamento casalingo

La seconda invece, che approfondiremo maggiormente, è la seguente: come proteggerci dall’inquinamento casalingo? Attualmente, tendiamo sempre a considerarlo come un fenomeno esterno. Eppure, l’inquinamento nelle nostre case può essere fino a sette volte superiore a quello che c’è fuori. Ecco che, alcuni ricercatori dell’università cattolica, hanno stilato una lista di dieci raccomandazioni per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti domestici.
- Ventilare regolarmente gli ambienti domestici almeno una volta al giorno, per un minimo di 20 minuti. È preferibile aerare la casa nel pomeriggio, poiché il livello di particolato all’esterno è in genere inferiore rispetto al mattino.
- Durante la cottura dei cibi in cucina usare la cappa. Si consiglia, inoltre, di aerare l’ambiente domestico aprendo le finestre dopo la cottura dei cibi.
- Aerare la casa durante e dopo le attività domestiche di pulizia, lavaggio e stiratura, o di bricolage, verniciatura, incollaggio, utilizzo di solventi, disinfettanti e/o disinfestanti.
- I tappeti possono essere una trappola per il particolato è importante pulirli con aspirapolvere dotato di filtro Hepa almeno una volta alla settimana e ricordarsi di cambiarlo. Pulire periodicamente anche divani, tende, materassi e arredi in tessuto.
- L’impiego di purificatori d’aria può essere utile per abbassare la concentrazione di particolato all’interno della casa.
- Evitare, se possibile, l’utilizzo di deodoranti e profumanti dell’ambiente quali spray, incensi e candele.
- Evitare, se possibile, di utilizzare caminetti, stufe a legna o a ‘pellet’ come fonte principale di riscaldamento. In particolare, evitare caminetti o stufe a sistema ‘aperto’, non sigillate e senza ricambio d’aria con l’esterno.
- Evitare condizioni micro-climatiche estreme nelle abitazioni: controllare che la temperatura e l’umidità dell’aria non siano eccessivamente elevate né eccessivamente basse.
- Evitare di fumare in casa.
- Passare del tempo all’aria aperta e camminare. Situazione attualmente possibile, solo se si ha a disposizione un giardino o uno spazio intorno alla propria abitazione isolato.\
Ambiente outdoor

Il coronavirus è un fenomeno che riguarda solo la specie umana? No, o meglio, non in modo indiretto. Il virus infatti, sta influenzando le abitudini degli animali. È di qualche giorno fa la notizia delle scimmie che stanno invadendo le strade thailandesi a caccia di cibo, non più fornitogli dai numerosi turisti che di solito affollano il paese. Un evento simile si è verificato anche in Giappone dove gruppi di cervi sono stati avvistati per le strade della città. Insomma, noi restiamo a casa e la natura si riprende i suoi spazi. A dimostrarlo sono anche alcune immagini che ci giungono da tutta Italia con cinghiali immortalati per le strade deserte di Sassari e delfini che, grazie all’assenza di traghetti e navi, si avvicinano alla costa. A Venezia, l’acqua è tornata trasparente e limpida, così tanto da far intravedere pesci e fondali e riportare i cigni nei canali.
Questi mesi stanno facendo risaltare il forte impatto che abbiamo sul pianeta. Non è certo una novità, ma possiamo immaginarla come una prova gratuita, di quello che potrà accadere se paghiamo il prezzo di una vita vissuta nel rispetto ambientale.
Coronavirus e inquinamento
Sperando che questa sia l’ultima pandemia che vivremo, non dobbiamo sottovalutare un’altro ruolo che l’inquinamento gioca in questi casi. Studi recenti condotti dalla Società Italiana di Medicina Ambientale , infatti, hanno dimostrato una possibile correlazione tra la diffusione del virus e l’inquinamento. Gli esperti di biologia però sottolineano, che l’articolo dei ricercatori della Sima è un Position paper, ovvero un articolo per lo più di ipotesi e opinioni che non ha subito una revisione tra pari. Allora si tratta di una fake-news? No, ma le tesi esposte vanno ancora dimostrate scientificamente. Una cosa però è certa: da quando è iniziata l’emergenza coronavirus i livelli di smog si sono ridotti e le immagini satellitari mostrano un calo significativo dell’inquinamento atmosferico pure in Italia. Anche se il telelavoro e il confinamento delle popolazioni fanno aumentare il consumo individuale di elettricità e riscaldamento.

Tra le varie lezioni che possiamo apprendere da questa situazione inusuale c’è anche questa. Se basta così poco per cambiare le nostre abitudini e quelle della natura allora significa che è fondamentale ripensare ad un nuovo equilibrio tra noi e l’ambiente che ci circonda. Come ci ricorda Fridays For Future Italia (qui il link con la loro nuova sezione dedicata a film, libri, serie, speech, podcast, documentari, articoli a tema cambiamento climatico ) la crisi climatica non va in vacanza, nemmeno in quarantena. Cogliamo dunque questo momento per riflettere sull’essenzialità delle emissioni che producevamo, per ritornare alla realtà più verdi e consapevoli di prima.
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