Vi siete mai chiesti quale sia la differenza tra l’intolleranza alimentare e l’allergia ad un alimento? Molto spesso i termini intolleranza e allergia sono utilizzati nel linguaggio quotidiano senza effettivamente conoscerne il significato, facciamo un po’ di chiarezza.

In primis iniziamo con il dire che l’intolleranza alimentare può essere dovuta a molteplici fattori legati ad un individuo come l’età, il sesso, fattori genetici e metabolismo. L’organismo non è in grado di tollerare la presenza di un alimento, a causa di una carenza o alterazione fisiologica nei confronti di un nutriente contenuto nell’alimento stesso, che impedisce il suo assorbimento. L’allergia invece è una reazione mediata dal sistema immunitario, causata dalla presenza di allergeni nell’alimento.

Per comprendere la differenza facciamo l’esempio del latte. Il latte è uno degli alimenti che danno più problemi in termini di intolleranza e allergia alla maggior parte della popolazione.

Il latte

Comunemente quello che beviamo può essere di tre tipologie intero, parzialmente scremato e scremato. Il latte vaccino intero contiene dal 4,7-5% di carboidrati (100% di lattosio), 3,5% di grassi e 3,2% di proteine e la restante parte è costituta da acqua. Nel latte parzialmente scremato e scremato quello che varia è la percentuale di grassi: 1,8% nel parzialmente scremato e 0,2-0,5% nel latte scremato.

Il latte materno invece presenta la seguente composizione chimica:

  • 7-7,5% di carboidrati (95% di lattosio e 5% di oligosaccaridi non digeribili)
  •  4,2% di grassi (acidi grassi a media e corta catena)
  •  1,3% di proteine (35% di caseine e 65% di sieroproteine più facilmente digeribili per il lattante)
  • 0,03 % di calcio
  • 7,5 microgrammi di ferro
  • 80-85% di acqua
    L’intolleranza è causata dallo zucchero del latte, il lattosio; mentre l’allergia è dovuta alle sieroproteine del latte.

Intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio è dovuta alla carenza o mancanza di particolari enzimi chiamati lattasi. Le lattasi sono enzimi appartenenti alla grande famiglia delle beta- galattosidasi, che idrolizzano il lattosio che è uno zucchero disaccaride (formato da due unità) in galattosio e glucosio, i due monosaccaridi che lo compongono. Il lattosio perciò non è digerito e fermenta nell’intestino causano una serie di problematiche come gonfiore, flatulenze, diarrea e crampi addominali. L’intolleranza è diagnosticata con il test del respiro in cui viene misurata la concentrazione di anidride carbonica prodotta dalla fermentazione dello zucchero; oppure può essere fatta una biopsia al duodeno, una parte dell’intestino tenue. L’intolleranza può essere di tre forme:

  • transitoria (interessa i lattanti nati prematuri con un corredo enzimatico ancora incompleto)
  • primaria (può essere congenita anche se rara oppure acquisita tra i 30 e 40 anni di età)
  • secondaria (causata da altre patologie come la celiachia non trattata e la sindrome del colon irritabile)

Se vi chiedete cosa l’intollerante possa assumere in sostituzione al latte vaccino, la risposta è formaggi stagionati, yogurt, latte di soia, latti delattosati (in cui è stato eliminato più del 90% del lattosio, aggiungendo lattasi) e infine latte lattosio-free.

Allergia alle proteine  del latte

L’allergia al latte è dovuta alle sieroproteine che sono percepite dal sistema immunitario come sostanze estranee e in risposta vengono prodotti anticorpi, in particolare immunoglobuline IgE.

L’allergia è più pericolosa dell’intolleranza e nei casi più gravi portare ad infiammazione, eritemi, gonfiore, edemi e shock anafilattico che può essere fatale se non trattato tempestivamente. Gli allergici dovrebbero evitare latte e derivati, ma ultimamente è aumentata la produzione del latte ipoallergenico che può essere consumato. Il latte ipoallergenico è prodotto trattando il latte con alte temperature che degradano le proteine oppure aggiungendo proteasi, enzimi che idrolizzano le sieroproteine in peptidi più piccoli abbassando il rischio di una risposta allergica.