La chimica è la scienza che studia la trasformazione della materia. Una disciplina di fondamentale importanza per l’uomo, ma che molto spesso è considerata una “pecora nera” dagli ambientalisti. Le branche della chimica sono numerosissime e i settori di produzione industriale che fanno affidamento su questa materia sono altrettanto numerosi.
Naturalmente ci sono settori che attraverso i loro processi di produzione rischiano di inquinare l’ambiente se non si prendono le giuste accortezze, come il settore petrolchimico.
Il petrolio è una risorsa che è sfruttata tantissimo e la sua lavorazione e raffinazione se non viene accuratamente controllata può recare seri danni alla salute del nostro pianeta e ai suoi abitanti.
Esiste però un concetto della chimica che molti non conoscono, ovvero la chimica verde e sostenibile.
Che cos’è la “green chemistry” ?
La chimica verde è una concezione della chimica all’avanguardia, che ha come primario obiettivo indirizzare tutte le sue branche soprattutto quelle più inquinanti su percorsi alternativi e sostenibili.
Le industrie chimiche sono supportate da enti e consorzi ad utilizzare nuovi processi di produzione ecocompatibili. Processi che rendano migliore la qualità dell’aria che respiriamo, che riducano la produzione di gas serra, la concentrazione atmosferica di anidride carbonica e molto altro.
Chimica sostenibile in Italia
Se vi domandate quali sono i processi ecosostenibili e perché non vengono utilizzati da tutte le industrie?
Un processo ecosostenibile è un processo innovativo che segue un percorso “green” partendo da reagenti selezionati, attraverso i quali si ottengono prodotti ad impatto zero.
Un esempio italiano di chimica verde è l’impianto industriale “Mater-Biotech” presente nella città di Bottrighe (Rovigo).
Il primo impianto per la produzione di bio-butandiolo. Il butandiolo è un composto che fa parte degli alcoli che è impiegato per produrre poliuretani, materie plastiche e fibre elastiche. Il problema legato a tale molecola è il seguente, è sempre prodotto da fonti fossili. Utilizzando il nuovo impianto è possibile produrlo usando zuccheri, sintetizzati da batteri opportunatamente ingegnerizzati.
Il limite all’innovazione è il denaro, infatti lo stabilimento è costato 100 milioni di euro. Non tutte le aziende possono permettersi un investimento così importante.
Per aiutare il nostro pianeta e noi stessi bisogna creare un network competente, senza pensare al tornaconto economico ma ad un futuro più pulito.
2 Commenti
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giovannipPieri
Non vorrei che la chiusa dell’articolo, peraltro ben fatto, venga interpretata come un incitamento a lavorare in perdita per salvare l’ambiente. Visto che la sostenibilità per definizione ha tre gambe:
– sostenibilità ambientale,
– sostenibilità sociale
– sostenibilità economica
risulta chiaro che bisogna salvare l’ambiente e contemporaneamente guadagnare.
Il punto che va sottolineato è che per la sostenibilità bisogna abbandonare la visione a breve termine e sostituirla con quella a lungo termine. Nel lungo termine il tornaconto economico ci deve essere.
giovanni pieri
non vorrei che la chiusa dell’articolo, peraltro ben fatto, fosse intesa da chi legge come un incitamento a lavorare in perdita per salvare l’ambiente.