Sembra assurdo e incredibile e spesso non ce ne accorgiamo perché i loro movimenti sono lenti o impercettibili eppur…SI MUOVONO! A dispetto dei luoghi comuni, i movimenti delle piante sono molto vari e diversi fra loro, vediamone alcuni.

Movimenti passivi

Questo tipo di movimenti sono dovuti a cause fisiche, prevalentemente pressioni che portano a modifiche della struttura di organi e tessuti delle piante. Vi sono movimenti passivi irreversibili e reversibili. Dei primi è un esempio lo “scoppio” di alcuni frutti secchi deiscenti. Tali organi sono composti da carpelli, ovvero foglie modificate, saldate fra loro. Giunti a maturità la pressione interna è talmente forte da far separare i carpelli e causando così la dispersione dei semi.

Capsula del papavero. A maturità si apre l’apice liberando i semi

Tra i movimenti reversibili vi sono invece quelli delle pigne (il cui nome botanico è strobilo), le quali serrano le “squame” quando l’umidità è alta e, viceversa,  le aprono quando è bassa. Questo movimento, definito igroscopico, è dovuto ad una diversa composizione dei tessuti delle squame : il tessuto nella parte esterna è molto più sensibile alla variazione di umidità rispetto a quello interno. In questo modo i tessuti rispondono in maniera differente causando l’apertura e la chiusura della pigna!

Strobilo

Anche i semi sono in grado di muoversi, per esempio le reste (ossia i filamenti presenti nelle spighe di molte graminacee) di alcune specie di avena sono in grado di torcersi in base all’umidità dell’aria.

Movimenti attivi

In questo caso il movimento è indotto dal turgore delle cellule, le quali richiamano l’acqua al loro interno facendole gonfiare. Ne è un esempio l’apertura degli stomi, i minuscoli fori posti sulla superficie delle foglie che permettono gli scambi gassosi. Le cellule attorno a questi fori, chiamate cellule di guardia, aumentando la loro pressione di turgore lasciano libero lo stoma mentre quando perdono l’acqua fanno sì che esso rimanga chiuso.

In generali questi movimenti sono dovuti a stimoli esterni e vengono chiamati propriamente tropismi, dal greco trépomai che significa “mi volgo”.

Si parla di fototropismo quando lo stimolo che porta al movimento è la luce e ne è un esempio la direzione di crescita delle foglie. Una particolare forma di fototropismo è l’eliotropismo, tipico del girasole e del trifoglio, i quali “seguono” il sole durante il corso della giornata.

Il geotropismo è il movimento che dipende dalla gravità, si parla di geotropismo positivo nel caso delle radici (le quali seguono il verso della forza di gravità) al contrario i germogli, crescendo verso l’altro, hanno un geotropismo negativo. Le radici sono anche soggette all’idrotropismo, il loro sviluppo è infatti influenzato dall’acqua presente nel terreno.

Viticci e cirri, particolari organi di sostegno delle piante rampicanti, sono caratterizzati dal tigmotropismo. Questi organi hanno tessuti con modalità di accrescimento diverse che causano il tipico arricciamento.

Le nictinastie sono movimenti che consistono nella chiusura di fiori e foglie alla sera e alla loro riapertura il mattino seguente.

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Altri incredibili movimenti

Uno dei movimenti più affascinanti del mondo vegetale è senza dubbio quello delle piante carnivore, come ad esempio quello della Dionaea muscipula raffigurata nell’immagine di copertina. Questa pianta presenta due lobi con al centro dei peli sensibili, che quando entrano in contatto con un insetto fanno chiudere di scatto i lobi intrappolando l’insetto. Si tratta di tigmonastia, ovvero un movimento dovuto al contatto. Ne è un esempio anche il movimento delle foglie della pianta più timida del pianeta: la Mimosa pudica.

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Infine vi é  la Codariocalyx motorius, una pianta molto particolare chiamata anche “pianta danzante” proprio a causa dei suoi movimenti facilmente percepibili anche ad occhio nudo, la cui funzione però non è del tutto nota.

Che dire, le piante sono creature fantastiche e non smetteranno mai di stupirci!