Siamo sempre abituati ad immaginare le piante come esseri inanimati e assolutamente privi di sensibilità agli stimoli (ma abbiamo già smentito questi preconcetti qui). Ci appaiono in questo modo solo perché molto diverse da noi, anche se in realtà conoscendole bene si scoprono aspetti assolutamente incredibili e affascinanti. Pensiamo sempre che la comunicazione sia esclusiva degli esseri umani, al massimo concediamo l’idea di questa capacità ad esseri particolarmente intelligenti come i delfini, ma mai penseremmo che anche le piante sono in grado di scambiarsi informazioni tra loro. Oggi scopriremo di più su come comunicano le piante fra loro.
Il ruolo delle radici
Naturalmente le piante non dispongono di bocca e corde vocali. Esse riescono a comunicare attraverso messaggi di natura chimica che vengono emessi dalle radici. Un recente studio condotto sul mais ha dimostrato che quello che accade alla parte aerea della pianta influenza la crescita delle piante vicine. È noto che le piante non incrociano e sovrappongono mai la chioma con altre vicine (timidezza delle chiome). Gli scienziati hanno sfruttato questo fenomeno per studiare la comunicazione nel mondo vegetale. In pratica i ricercatori hanno simulato la presenza di una seconda pianta vicino a una di mais e hanno monitorato il cambiamento dei composti chimici emessi dalle sue radici. Hanno poi iniettato questa soluzione nel terreno di altre piante lasciate indisturbate e esse hanno cominciato a produrre un numero maggiore di foglie come se effettivamente ci fosse una pianta vicina.
I funghi comunicano con le piante
Anche i funghi rivestono un ruolo importante come messaggeri fra le piante. È stato domostrato che le micorrizze sono in grado di veicolare composti chimici prodotte dalle radici di una pianta. Per questo esperimento i ricercatori hanno studiato alcune piantine di pomodoro micorrizzate. Quando una piantina veniva attaccata da un fungo patogeno, anche le altre vicine e sane producevano enzimi di difesa. Lo stesso non accadeva senza il collegamento fra le piante.
Segnali chimici e difesa
Le piante comunicano fra loro anche attraverso dei composti chimici volatili liberati nell’aria. I primi studi risalgono agli anni ’80, quando Jack Shultz e Ian Baldwin notarono che piantine di pioppo e di acero da zucchero con le foglie danneggiate producevano dei composti fenolici come mezzi di difesa. La cosa sorprendente è stata che anche le piante vicine, pur essendo perfettamente sane, producevano gli stessi composti. Ma gli esempi non finiscono qui, infatti negli anni ’90 il biologo Wouter van Hoven ha studiato un comportamento simile nelle piante di acacia divorate dalle antilopi kudu. Lo scienziato ha osservato un’inspiegabile moria di auesti animali, che si è scoperta essere poi causata da un eccessivo consumo di composti tanninici. Le foglie e i rami mangiati dalle antilopi producevano un composto chimico, l’etilene, che provocava l’aumento della produzione di tannini nelle piante vicine anche se queste non erano state toccate dai ghiotti animali.
La mamma è sempre la mamma
Le piante sono sorprendentemente in grado di riconoscere i “parenti”. Infatti hanno notato che le piante che crescevano accanto a piantine nate dai propri semi producevano meno radici rispetto ad altre che si trovavano vicino a semi “estranei”. Un ulteriore esempio di cooperazione riguarda il Pino dell’Oregon. Gli scienziati in questo caso hanno avvolto i rami di pino con involucri contenenti anidride carbonica con un isotopo radiattivo del carbonio. La cosa sorprendente è che tempo dopo questo carbonio si trovava nelle piantine cresciute ai piedi dell’albero più vecchio, e più frequentemente in quelli derivanti dai suoi semi. Ciò significa che la pianta anziana ha distribuito sostanze nutritive ottenute dalla fotosintesi alle piantine giovani.
Ora non penserete più che la Regina Bianca di Alice in Wonderland sia pazza quando parla con gli alberi!
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