I frutti che troviamo tutti i giorni sulle nostre tavole non sono sempre stati così. Essi, infatti, sono il frutto di un lunghissimo percorso di selezione effettuato dall’uomo sin dal Neolitico. Questo processo viene chiamato selezione massale ricorrente e consiste nel selezionare e incrociare piante con caratteristiche desiderabili e “comode” per la nostra specie (es. Grandezza del frutto, numero dei semi). Alcuni frutti sono stati modificati talmente tanto da far risultare gli “antichi parenti” irriconoscibili.
Il Mais (Zea mays)
Il mais che oggi conosciamo deriva dal Teosinte, originario dell’ America centrale. L’antenato aveva una spiga (chiamata volgarmente pannocchia) molto più piccola, con molti meno semi che tendevano a staccarsi facilmente (per permettere la nascita di nuove piantine). I nativi americani cominciarono a coltivarlo circa 10.000 anni fa nel sud del Messico e quando Cristoforo Colombo approdò nel Nuovo Mondo vi erano già moltissime varietà selezionate dagli indigeni.
L’ Anguria (Citrullus lanatus)
Quella che vedete è un’opera del pittore Giovanni Stanchi risalente alla metà del 1600 che rappresenta le “nonne” delle angurie che conosciamo oggi. Come si vede avevano sei cavità contenenti la polpa edibile e contenevano molti più semi rispetto ai cocomeri che troviamo oggi in commercio.
La Banana (Musa accumulata)
Ebbene si, quella che vedete in alto è l’antenata selvatica della banana. Era di piccole dimensioni e conteneva moltissimi grossi semi. La banana moderna è di una sola cultivar, la Cavendish, e non presenta più nessun seme grazie al miglioramento genetico. Una piccola curiosità: nel secolo scorso esisteva un’altra varietà coltivata ma si estinse negli anni ’50 a causa di una malattia.
La carota (Dacus carota)
Quella a sinistra, che potrebbe sembrare un semplice rametto, è in realtà un esemplare di antica carota. Un tempo questa pianta veniva coltivata per le foglie e solo successivamente per la radice, di tipo fittonante, che oggi noi mangiamo. Oltre alle più famose arancioni ne esistono di altri colori, per esempio ci sono varietà viola, gialle e anche bianche.
Questi sono solo esempi ma lo stesso fenomeno si può riscontrare in praticamente la totalità delle piante agrarie moderne!
1 Commento
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Giovanni Pieri
bello!