Ogni anno l’albero di Natale illumina le nostre case e le vetrine dei negozi portando l’immancabile atmosfera natalizia. E ogni anno si ripropone la diatriba tra chi preferisce l’albero sintetico e chi quello vero. Oggi andremo a scoprire capire una volta per tutte quali siano i meno impattanti sull’ambiente e come prendersi cura di un abete vero.
Come è nato l’albero di Natale?
La tradizione della decorazione degli alberi nel periodo invernale ha radici molto antiche. Le polpolazioni celtiche e germaniche, nel periodo di Yule, ossia il solstizio d’inverno (21 dicembre), solevano decorare degli alberi per festeggiare la rinascita del Sole.
Anche presso i Romani, durante le celebrazioni del Sol Invictus, esisteva la tradizione di accendere candele sui sempreverdi e di decorare i rami con campanelle,nastri colorati e cibi.
In queste celebrazioni si festeggiava la nascita del sole, l’inizio del periodo in cui le giornate cominciano ad allungarsi e si eseguivano danze e riti propiziatori per garantire abbondanti raccolti l’anno successivo.
Meglio sintetico o vero?
Da un lato c’è chi sostiene che l’albero di plastica sia inquinante, dall’altro c’è chi sostiene che tagliare un albero per Natale sia uno spreco poco rispettoso. Ma chi ha ragione?
Vediamo di fare qualche considerazione per arrivare ad una soluzione a questo quesito antico quasi quanto l’albero di Natale stesso.
Innanzitutto partiamo dal presuspposto che gli alberi sintetici sono prodotti con materie non riciclabili e la loro produzione comporta la liberazione di una importante dose di inquinanti. Ricordiamo anche che spesso il luogo di provenienza di queste piante è la Cina, perciò si crea inquinamento anche con il trasporto.
Gli abeti veri, soprattutto se coltivati in Italia e in zone vicine al luogo di acquisto, hanno un impatto minore e, durante il loro ciclo produttivo, sono in grado di assorbire l’anidride carbonica.
Ma i vantaggi degli alberi naturali non finiscono qui.
Spesso queste piante sono coltivate in zone collinari o comunque poco produttive e marginali. Ciò contribuisce ad evitare incendi, l’erosione del suolo e migliora l’assetto idrogeologico delle colline. Non solo, evitano anche l’abbandono di queste aree da parte della popolazione, con evidenti risvolti economici e sociali.
Se l’idea di coltivare una pianta solo a scopo ornamentale per un periodo cosi breve vi rattrista, sappiante che ci sono anche alberi di natale che provengono dalla normale potatura dei sempreverdi.
Albero di natale: consigli per la corretta gestione
È buona norma acquistare l’Abete con qualche giorno di anticipo, in modo da permettergli di adattarsi al nuovo ambiente, inoltre andrebbe scosso leggermente per eliminare gli aghi secchi (ed evitare che riempiano la casa!)
Per quanto riguarda la scelta, è bene acquistare piante cresciute in vivai vicini, in modo da diminuire l’inquinamendo dovuto al trasporto.
Il luogo ottimale dove posizionare l’abete deve essere luminoso, fresco e al riparo da eventuali correnti d’aria.
Il terreno va mantenuto umido (ma non eccessivamente bagnato) e si può nebulizzare la chioma di tanto in tanto (in assenza di luci elettriche ovviamente!).
Sarebbe meglio evitare luci che si riscaldano troppo, decorazioni eccessivamente pesanti che possano spezzare i rami e neve spry che possa soffocare la pianta.
E dopo le feste?
Per chi ha la possibilità e se la pianta è in buone condizioni, può essere messa a dimora in giardino. Tuttavia bisogna tener conto che si tratta di un albero di dimensioni importanti che può raggiungere i 15/20 metri una volta giunto a maturità.
In alternativa è possibile informarsi e portarlo dal vivaio dove si è acquistato, presso il Corpo Forestale dello Stato o in centri di recupero che provvedono a metterli a dimora in ambienti adatti.
Qualunque sia il vostro albero di Natale, BUONE FESTE!
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