The Amygdaloids: la band
Neuroscienze e rock ‘n’ roll: ecco gli ingredienti della rock band americana The Amygdaloids. Il gruppo è composto da quattro ricercatori: il cantante Joseph LeDoux, Tyler Volk alla chitarra, Daniela Shiller alla batteria e Amanda Thorpe al basso. Tra una risonanza magnetica e un assolo sul palco, i quattro scienziati hanno trasferito i loro studi dal laboratorio alla musica: i temi delle loro canzoni sono il cervello, i suoi circuiti e funzioni e i disturbi mentali. Lo stesso nome della band rimanda all’amigdala, centro cerebrale responsabile del controllo delle emozioni, particolarmente attiva quando abbiamo paura.
I The Amygdaloids per ora hanno pubblicato due album: Heavy Mental nel 2007 e Theory of My Mind nel 2010. Oltre a questi, ci sono anche tre EP: All in our Minds (2012), in cui ognuna delle cinque canzoni contiene la parola “mind” nel titolo, Anxious (2015) e The Flip Side: More Songs in Our Minds (2017).
In molti dei loro brani i ricercatori provano a spiegare i meccanismi cerebrali che governano emozioni, stati d’animo e l’amore. Un esempio? In Theory of My Mind, canzone tratta dall’omonimo album, il gruppo dà un assaggio di cosa sia la teoria della mente (acronimo TOM) ovvero la capacità di capire gli stati mentali, desideri e intenzioni altrui senza che essi siano direttamente resi espliciti.
Chi possiede una scarsa TOM non è in grado di dedurre accuratamente le emozioni e i pensieri degli altri quando essi sono sottintesi. Il testo della canzone dice:
Do you have a theory of my mind\ If you do then why are you so blind\ To the things that I need\ To the things that I want\ To the reasons that I bleed\ Every time you taunt me.
Tradotto in italiano: Possiedi la teoria della mente?\ Se sì perché sei così cieca\ Alle cose di cui ho bisogno\ Alle cose che voglio\ Alle ragioni per cui sanguino\ Ogni volta che mi prendi in giro.
Joseph Ledoux: cantante e scienziato
Tra i quattro membri della band il più conosciuto nella comunità scientifica è Joseph LeDoux, famoso per le sue ricerche sui meccanismi neurali implicati nelle emozioni. In particolare, LeDoux ha sviluppato la “teoria del doppio circuito” secondo cui uno stimolo emotivo può essere elaborato da due circuiti cerebrali distinti:
• circuito subcorticale: lo stimolo arriva al talamo, struttura che trasmette direttamente gli input emotivi all’amigdala. Questa via è più breve e più veloce ed è deputata alla valutazione rapida e immediata delle caratteristiche più salienti dello stimolo.
• circuito corticale: dal talamo l’input emotivo passa alle corteccie primarie sensoriali (visiva, uditiva, ecc). Da lì raggiunge le cortecce associative e infine lo stimolo tocca le aree del sistema limbico e della memoria: corteccia peririnale e ippocampo. Questa via è più lunga e opera una più accurata valutazione delle caratteristiche dello stimolo, di attribuzione e significato e di valutazione delle risposte più appropriate da emettere.
Questa teoria dimostra che le emozioni non vengono elaborate da un’unica area del cervello. Ora sappiamo che le varie emozioni attivano varie strutture cerebrali sia nella corteccia sia nelle regioni più profonde dell’ encefalo. Le scoperte sulle emozioni fatte da LeDoux sono ricorrenti nelle canzoni della band, come in ‘An Emotional Brain’.
Obsession, depression and worry, oh what a mess\ These neuroses, below consciousness\ Drugs and therapy, tried them for sure\ Sometimes a little better, but still no cure.
Tradotto in italiano: Ossessione, depressione e preoccupazione, oh che confusione\ Queste nevrosi, sotto la coscienza\ Farmaci e terapia, li ho provati certamente\ A volte va un po’ meglio, ma ancora nessuna cura.
Per altre canzoni de The Amygdaloids, ecco il link al canale YouTube.
Nessun commento
Leggi i commenti a questo articolo