Gli zuccheri sono delle molecole organiche e possono essere presenti singolarmente, parliamo di monosaccaridi, o legati tra di loro a formare disaccaridi, trisaccaridi o polisaccaridi. Tra i monosaccaridi più conosciuti ricordiamo glucosio, fruttosio o galattosio mentre tra i disaccaridi ricordiamo il maltosio o il lattosio.

Il lattosio

La molecola di lattosio è formata da un’unità di galattosio ed una di glucosio unite da un legame 1,4-glicosidico. Questo legame crea un ponte di ossigeno tra l’atomo di carbonio 1 del galattosio e l’atomo di carbonio 4 del glucosio. La sintesi del disaccaride è mediata da un’enzima, la lattosio sintetasi, che lega i due monomeri e che viene prodotto dalle ghiandole mammarie.

Nelle stesse ghiandole infatti, si ha la produzione di un secreto costituito per circa il 98% da questo zucchero e che prende il nome di latte. Tra i vari prodotti industriali, il latte vaccino è uno dei più consumati insieme ai suoi derivati tra cui yogurt, panna, ricotta, burro, mozzarella, formaggi, etc. Questi derivati contengono piccole percentuali di lattosio.

La digestione

Se i mammiferi di sesso femminile producono il latte in associazione alla gravidanza ed al nutrimento dei piccoli, è inequivocabile la presenza di un’enzima che sia in grado di digerirlo. A rompere il legame glicosidico tra glucosio e galattosio ci pensa la lattasi, un’enzima prodotto dalla flora intestinale.


Lactobacillus, Bacillus, Escherichia, Aspergillus sono alcuni dei batteri che a livello intestinale consentono la digestione del lattosio. La lattasi effettua una reazione di idrolisi nei pressi della parete intestinale consentendo l’assorbimento dei monomeri dello zucchero.

Chi è intollerante non ha l’enzima?

Evolutivamente si pensa che la produzione della lattasi da parte dell’organismo diminuisca dopo i primi anni di vita in funzione della cessata suzione di latte da parte dei cuccioli di mammifero. Ciò consentirebbe alla successiva prole di avere il latte a disposizione per crescere a loro volta.
Ma è davvero così? Molti studi scientifici hanno dimostrato che la mancata produzione dell’enzima sia in realtà dovuta ad una mancata mutazione sul gene che ne regola la produzione. Vi sono quindi alcuni individui che hanno questa mutazione e quindi continuano a produrre l’enzima mentre altri non la presentano e non producono più l’enzima. Questo fenomeno prende il nome di lattasi persistenza.


Coloro che non hanno questa mutazione, alla presenza di lattosio a livello intestinale, non potendolo scindere avranno un richiamo di acqua per osmosi con conseguente diarrea e forti crampi oltre che flatulenza prodotta dai batteri che provano a digerire lo zucchero. Chi ha questa reazione è intollerante e può bere il latte vaccino semplicemente con la consapevolezza di questa spiacevole reazione. In commercio sono prodotti tipi di latte in cui la reazione che dovrebbe svolgere la lattasi, è svolta industrialmente e la reazione intestinale non si presenta se consumato.

Intollerante o allergico?

L’intolleranza al lattosio riguarda tutto ciò scritto nel paragrafo precedente, è una reazione che si localizza a livello intestinale ed è dovuta alla mancata produzione dell’enzima. L’unica controindicazione è una reazione intestinale più o meno forte. L’allergia al lattosio è una condizione completamente diversa: non esiste! La reazione allergica vede coinvolto il sistema immunitario. In questo caso non esiste una reazione di questo tipo verso tale disaccaride. Ciò che piuttosto si può distinguere è l’allergia alle proteine del latte, molto comune nei bambini. Questa sussiste verso le proteine come caseina, lattoalbumina o lattoglobulina ma non verso il lattosio! A livello sintomatologico la condizione è ben più grave, si può arrivare anche ad uno shock anafilattico.