Addentrandomi nella patologia generale in preparazione dei prossimi esami, mi sono detto: “perché non scrivere un articolo sulla necrosi ?”. Insomma, un argomento allegro. Un mese fa circa, abbiamo parlato di morte cellulare, descrivendo a grandi linee come funziona l’apoptosi. Per completare il discorso su come muoiono le cellule, oggi descriveremo la morte necrotica.

La necrosi 

In primo luogo, la necrosi può essere definita come la progressiva denaturazione delle proteine intracellulari e la digestione enzimatica della cellula danneggiata in modo letale. Gli enzimi contenuti nei lisosomi sono in grado degradare numerosi componenti fondamentali della cellula come proteine, lipidi e DNA; durante il processo necrotico essi sono liberati ed iniziano a “digerire” la cellula dall’interno.

Le cellule necrotiche sono incapaci di conservare l’integrità di membrana, per tale motivo il contenuto della cellula morente viene riversato nell’ambiente extracellulare. La fuoriuscita dei contenuti cellulari causa una tipica risposta infiammatoria nei tessuti circostanti. I leucociti richiamati dal circolo sanguigno, durante l’infiammazione dei tessuti necrotici contribuiscono alla distruzione della cellula necrotica. L’aspetto dei tessuti necrotici è più omogeneo e vitreo rispetto ai normali tessuti, per la presenza di granuli di glicogeno, inoltre il citoplasma appare vacuolizzato e presenta detriti amorfi derivati dalle proteine denaturate. 

In secondo luogo le cellule necrotiche presentano dei “fori” nella membrana plasmatica e possono essere sostituite da masse di fosfolipidi chiamate figure mieliniche. Le figure mieliniche in presenza di enzimi chiamati fosfolipasi vengono scisse in acidi grassi che reagendo con le alte concentrazioni di calcio proveniente dal reticolo endoplasmatico diventano saponi di calcio. Infine il nucleo può subire tre importanti alterazioni:

  • cariolisi: fenomeno cellulare che vede l’attenuazione della basofilia della cromatina.
  • picnosi: processo in cui il nucleo si addensa e appare turgido.
  • cariolessi: frammentazione del nucleo picnotico ad opera di DNAsi.

Con il passare del tempo il nucleo sparisce dalla cellula morta.

Modelli morfologici di necrosi

Esistono varie tipologie di necrosi, le più importanti sono:

  • necrosi coagulativa: il tessuto presenta consistenza compatta e l’architettura della cellula dura qualche giorno. Probabilmente la cellula, oltre alle proteine intracellulari, perde anche enzimi come le proteasi, fondamentali in quanto si verifica l’arresto della proteolisi. Le cellule morte vengono catturate e digerite da fagociti provenienti dalla circolazione ematica. Questo tipo di necrosi si verifica a seguito di danno ischemico dei tessuti.

  • necrosi colliquativa: a differenza della necrosi coagulativa, le cellule sono digerite completamente e il tessuto necrotico è trasformato in una massa liquida e viscosa. Questa necrosi è caratteristica delle infezioni batteriche e fungine. I microrganismi favoriscono infatti l’infiltrazione di leucociti infiammatori e la liberazione dei loro enzimi litici. La massa necrotica è di colore giallastro a causa della presenza di globuli bianchi morti.
  • necrosi caseosa: il termine “caseosa” fa riferimento all’aspetto biancastro e sbiadito dell’area necrotica, tipico dell’infiammazione granulomatosa. L’area necrotica appare come una serie non strutturata di cellule frammentate o sottoposte a lisi: al centro troviamo depositi basofili di calcio, circondati da un margine infiammatorio. 

Ora che conoscete la necrosi potrete guardare senza problemi la serie televisiva “The walking dead”, dove aree necrotiche e zombie putrefatti regnano sovrani!

 

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